fbpx

Letture dal web

I migliori contenuti dal web

Il respiro come medicina

Link all'articolo originale: https://propulsionesalute.com/2019/02/11/la-respirazione-una-medicina-ancora-troppo-sottovalutata/?fbclid=IwAR3reOgibJHjjob77ZqVgmGjy9D39Jl3LHKY5MBdtqljnneJpagh1hdkNV0

La respirazione…una “medicina” ancora troppo sottovalutata!

La scienza del respiro si basa su fondamenta piuttosto antiche. Secoli di saggezza ci insegnano a prestare maggiore attenzione alla nostra respirazione, la più fondamentale delle cose che facciamo ogni giorno. Eppure, forse proprio perché la respirazione è così basilare, è anche facile da dare per scontata.

Lo scopo di questa breve rassegna delle ultime scoperte scientifiche sulla respirazione e in correlazione al cervello e alla salute generale, serve a ricordare che  merita molta più attenzione.

Controllare il tuo respiro calma il cervello

Da secoli si sostiene che il controllo della respirazione può calmare il cervello, ma solo recentemente la scienza ha iniziato a scoprire come funziona. Uno studio del 2016 si è imbattuto casualmente sul circuito neurale nel tronco cerebrale che sembra svolgere il ruolo chiave nella connessione del controllo del respiro-cervello. Il circuito fa parte di quello che è stato definito il “pacemaker respiratorio” del cervello perché può essere regolato alterando il ritmo respiratorio (la respirazione lenta e controllata diminuisce l’attività nel circuito, la respirazione veloce e irregolare aumenta l’attività), che a sua volta influenza gli stati emotivi. Il modo in cui ciò accade è ancora oggetto di ricerca, ma sapere che il percorso esiste è un grande passo avanti. Esercizi di respirazione controllati semplici come il metodo 4-7-8 possono funzionare da regolatori del circuito.

La respirazione regola la pressione sanguigna

Fai un respiro profondo” è un valido consiglio, in particolare quando si tratta di mantenere la pressione sanguigna da spike. Mentre non è chiaro se sia possibile gestire completamente la pressione arteriosa con la respirazione controllata, la ricerca suggerisce che il rallentamento della respirazione aumenta la “sensibilità baroriflessa”, il meccanismo che regola la pressione sanguigna attraverso la frequenza cardiaca. Nel corso del tempo, l’utilizzo della respirazione controllata per abbassare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca può ridurre il rischio di ictus e aneurisma cerebrale e, in generale, riduce lo stress sui vasi sanguigni (un grande vantaggio per la salute cardiovascolare).

Contare i respiri influisce sulle regioni di controllo emozionale del cervello

Uno studio recente ha dimostrato che controllare la respirazione contando il respiro influenza “le oscillazioni neuronali in tutto il cervello”, in particolare nelle regioni del cervello correlate all’emozione. Ai partecipanti è stato chiesto di contare quanti respiri hanno fatto per un periodo di due minuti, il che li ha indotti a prestare un’attenzione particolarmente focalizzata alla loro respirazione. Quando hanno contato correttamente, l’attività cerebrale (monitorata dall’EEG) in regioni correlate all’emozione, alla memoria e alla consapevolezza ha mostrato uno schema più organizzato rispetto a quello che si verifica normalmente durante uno stato di riposo. I risultati sono preliminari, ma aggiungete all’argomento che il controllo della respirazione tocca qualcosa di più profondo.

Il ritmo del tuo respiro influenza la memoria

Uno studio del 2016 ha mostrato per la prima volta che il ritmo del nostro respiro genera un’attività elettrica nel cervello che influenza il modo in cui ricordiamo. Le maggiori differenze erano legate al fatto che i partecipanti allo studio stessero inalando o espirando e se respirassero attraverso il naso o la bocca. Si è notato che l’inalazione era legata a un maggiore ricordo di volti impauriti, ma solo quando si inalava attraverso il naso. I partecipanti sono stati anche in grado di ricordare meglio determinati oggetti durante l’inalazione.

I ricercatori pensano che l’inalazione nasale inneschi una maggiore attività elettrica nell’amigdala, l’epicentro emotivo del cervello, che migliora il ricordo di “stimoli paurosi”. Anche l’inalazione sembra legata a una maggiore attività nell’ippocampo, la sede della memoria.

Articolo originale clicca qui

Contattami

Ricevo su appuntamento presso gli studi di Roma, in zona Appio-Tuscolano e San Paolo.

Newsletter

Vuoi ricevere direttamente nella tua casella mail nuovi consigli, esercizi, articoli e approfondimenti? Iscriviti alla newsletter!
Please wait

© 2024 Tiziana Tonelli. Tutti i diritti riservati. P.IVA 09839060580.

Privacy Policy